
L'attuale roseto dell'Orto risale a un'iniziativa di Raffaele Ciferri, che diresse l'Istituto di Botanica e l'Orto dal 1943 al 1964. Nei primi anni '60 la coltivazione sistematica di piante del genere Rosa viene ad occupare sia la parte settentrionale del giardino - lungo i bordi dei viali - sia l'area meridionale - dove ancora oggi si colloca l'apprezzata collezione dell'Orto Botanico. É Ciferri che concepisce l'attuale riquadratura delle aiuole, all'inizio sottolineata da siepi di thui

e nane e bossi, che ospita una ricca serie di rose coltivate di vario portamento: da quelle a cespuglio a quelle sarmentose e as alberello, organizzate in modo da poter offrire diversi piani di fioritura.
L'ambizioso progetti di Ciferri di una catalogazione descrittiva sulla base delle peculiaritá di ciascuna specie é peró penalizzato da difficoltá di manutenzione per riduzione del personale; oltre a ció nelgi anni seguenti molte varietá ibridate si esauriscono spontaneamente e risulta difficile reperirle nuovamente sul mercato, mentre altre si dimostrano particolarmente sensibili ad alcune malattie e quindi non vengono piú rimpiazzate.
Nel 1986 la d

irezione dell'Orto decide di modificare l'impostazione del roseto su basi piú aderenti alle necessitá didattiche, presentando la base delle specie selvatiche di Rosa e i progressivi stadi dell'ibridazione fino alle rose ibride moderne. La realizzazione di un progetto di dettaglio é alla naturalista Cristiana Serra Zanetti, con il compito di rispettare lo stesso disegno degli spazi coltivati per il roseto precedente e di programmare la realizzazione in modo graduale per assicurare la continuitá della visibilitá urbana dell'Orto.
La parte di giardino attualmente destinata ad ospitare la collezione di rose é quindi suddivisa in tre grandi aree: un folto gruppo di
rose selvatiche, raccolte nelle aiuole marginali, con specie e ibridi naturali rappresentativi delle sezioni dei sottogeneri Hultemia, Eurosa ed Hesperhodos denominate secondo le clasificazioni adottate per le flore delle regioni d'origine; le
rose antiche, collocate in modo da evidenziare i legami con le sezioni precedenti; gli
ibridi moderni, ospitati nelle aiuole centrali.
All'interno di ogni aiuola sono raccolte rose affini dal puntod i vista sistematico, in

un campione che ben rappresenti la variabilitá morfologica e fiorale, senza trascurare una certa sintonia cromatica. In linea generale tutte le piante permettono di osservare la grande plasticitá delle forme di base comuni al genere e la varietá del fiore, apprezzando il valore ornamentale di altri caratteri quali la forma e il colore delle spine e dei frutti, il colore della corteccia che cambia con l'invecchiamento del ramo, la variabilitá del fogliame per forma, colore, brillantezza: spesso queste caratteristiche variano anche col succedersi delle stagioni.
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